Adagiata lungo le pendici che si innalzano fino al Colle di San Bartolomeo, antico feudo dei conti di Ventimiglia, che vi costruirono un castello: qui passò la Sacra Sindone nel Settecento

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La cara voce di Nice

Adagiata lungo le pendici che si innalzano fino al Colle di San Bartolomeo, Caravonica fu per lungo tempo feudo dei conti di Ventimiglia che vi costruirono uno dei loro castelli, di cui rimangono alcuni ruderi. 

Anticamente, il borgo era posto in modo strategico sulla strada che conduceva in Piemonte, la stessa che, quando la valle fu acquistata dai Savoia, prese il nome di Strada Regia del Piemonte. Questa via era percorsa da carovane di muli che portavano l’olio e il sale nell’entroterra ritornando carichi di grano. L’origine del nome Caravonica potrebbe essere proprio da ritrovare nel termine carovane. Ma il fascino dei nomi, si sa, risiede sempre nelle leggende: quella di Caravonica narra di una bellissima fanciulla di nome Nice, dotata di una voce incantevole. Quando andava a pascolare le sue pecore, cantava nel silenzio dei prati e i contadini sospendevano il lavoro per godere della melodia: la cara voce di Nice, cara vox Nicae, diceva il detto popolare. Da qui, appunto, l’origine del nome Caravonica.

Chissà che la sua voce non risuoni ancora oggi tra le vie del borgo. Non vi resta che scoprirlo. Percorrete la sua storia visitando le sue chiese: gli antichi ruderi di San Michele, la chiesa più antica, databile intorno all’XI secolo, e la nuova parrocchiale di San Michele Arcangelo, il Santuario di Nostra Signora delle Vigne, l’oratorio di Santa Annunziata. Alzate lo sguardo: sono numerosi portali in pietra scolpiti. 

E se non udite l’angelico canto di Nice, sappiate che qualcosa di celeste si dice sia comunque passato a Caravonica: la Sindone, nel 1706.

Oltre a dilettare l’udito con la voce di Nice, o con i suoni della natura, omaggiate il gusto con l’assaggio dei vini locali, Dolcetto, Ormeasco e Vermentino, e i formaggi tipici.

Gli abitanti ti consigliano

Per scoprire appieno la Riviera dei Fiori è necessario, ogni tanto, “rompere gli schemi”. Uscite dai percorsi tradizionali e andate alla scoperta di chicche, curiosità e bellezze nascoste.

  • La storia del Santuario della Madonna delle Vigne pare sia legata a una leggenda. La scelta di edificare l’edificio sacro proprio in quel luogo sarebbe stata originata da un fatto miracoloso avvenuto nel corso del XVI secolo: un mulattiere di Caravonica, trovandosi a Savigliano per fare provviste di grano, si fermò presso un magazzino, dove il figlioletto si impossessò di una statua raffigurante la Vergine e la nascose in un sacco. Al ritorno, passando dal luogo dove oggi sorge il santuario, il mulo sul quale viaggiavano i due si impennò, rifiutando di proseguire. Il bambino allora svelò al padre di aver preso in segreto l’Immagine Sacra. Il padre non esitò a tirarla fuori e a porla sopra un rudimentale cippo fatto di pietre. Gli abitanti, venuti a sapere della statua, accorsero e decisero di costruire un pilone dove poterla conservare. Proprio pregando l’immagine sacra, avvennero molti miracoli, così si decise di costruire una struttura più grande per rendere omaggio alla Madonna.

  • A Caravonica nel 1706 transitò e sostò la duchessa di Savoia che fuggiva dall’assedio di Torino prima di proseguire verso Imperia ed imbarcarsi per Genova. Sembra che portasse con sé la Sacra Sindone.  Si trattenne a Caravonica nel palazzo De Thomatis chiamato, per ciò che accadde, il palazzo della Contessa.

  • All’ingresso del paese è collocata una caratteristica meridiana, nel cui rettangolo sottostante è posta la curiosa scritta <<Mentre mi stai guardando, l’ora ti va mancando>>.

Gli eventi da non perdere

  • Sagra della buridda: non chiamatela zuppa, anche se di fatto può rientrare nella categoria delle zuppe. La buridda è una sinfonia a base di pesce, tutta da provare in questa tipica festa di paese. 

Scoprite il calendario delle manifestazioni per non perdere le informazioni e le date di tutti gli eventi nella Riviera dei Fiori. 

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