Castellaro
Arcate e colori pastello, verdi campi da golf sulle colline e sentieri che conducono allo splendido Santuario di Lampedusa
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Tra leggende, letteratura e natura
Arcate e colori pastello in città, verdi campi da golf sulle colline e sentieri che conducono allo splendido Santuario di Lampedusa.
Il nome del paese deriva da “Castellaro”, una fortificazione primitiva degli antichi Liguri Montani, tipicamente costruita sulla cima di un colle, dove appunto si trova il borgo.
Il mare è a pochi chilometri, il torrente Argentina a fianco, e la natura, con i suoi grandi lecci plurisecolari, conduce in cima alla collina dove si venera la Madonna di Lampedusa nell’omonimo santuario. Il suo nome è legato alla leggenda di Andrea Anfosso: si narra che nel 1561 egli fu catturato dai Turchi e trasportato sull’isola di Lampedusa. Anfosso, però, riuscì a fuggire e a tornare in Liguria, costruendo una barca con mezzi di fortuna e usando come vela la sacra immagine della Madonna, oggi venerata all’interno del Santuario.
Meritano una visita anche la chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli costruita nel Seicento nel luogo in cui, in origine, sorgeva l’antico castello, ormai distrutto, il palazzo dei Marchesi Gentile Spinola e il palazzo Arnaldi, in stile neogotico con un susseguirsi di araldi e simboli che abbelliscono la facciata.
Gli abitanti ti consigliano
Per scoprire appieno la Riviera dei Fiori è necessario, ogni tanto, “rompere gli schemi”. Uscite dai percorsi tradizionali e andate alla scoperta di chicche, curiosità e bellezze nascoste.
- Lo scrittore dell’Ottocento Andrea Ruffini ambienta una delle scene del suo celebre romanzo Il dottor Antonio proprio al Santuario della Madonna di Lampedusa: se avete letto il libro o volete leggerlo confrontate le parole dello scrittore con il panorama di oggi. Circa duecento anni ci separano dal paesaggio di Ruffini.
- Osservando il borgo, c’è un palazzo che si nota da lontano per il suo profilo particolare. È il palazzo Arnaldi, risalente al XIX secolo e appartenuto a diverse famiglie facoltose dell’epoca. L’edificio, in stile neogotico, pare quasi un castello. Sulla facciata ci sono degli araldi ad abbellirlo: sono gli stemmi di Castellaro, della Repubblica di Genova e delle altre terre limitrofe.
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