L’olio buono, il verde della collina, i caruggi in pietra, i colori dei dipinti, i laghetti color smeraldo: Dolcedo vive di cose semplici

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Un borgo da cartolina

L’olio buono, il verde della collina, i caruggi in pietra, i colori dei dipinti, i laghetti color smeraldo: Dolcedo vive di cose semplici. Nella loro semplicità e autenticità si trova tutta la loro bellezza e suggestione.

Qui la tradizione olearia è un sapere che viene tramandato dall’antichità fino ai giorni nostri, di generazione in generazione. L’olio era ed è ancora una grande risorsa per Dolcedo e la sua valle, tanto da farle guadagnare, nel XIV secolo, l’appellativo di “conca d’oro”, anche per il colore del prezioso liquido. La ricchezza di Dolcedo nel passato si vede ancora oggi nei suoi edifici: i raffinati loggiati dei palazzi, le case a schiera della Palazzata e la chiesa barocca di San Tommaso, la più grande dell’intera valle.

Il paese è composto da diverse borgate, ognuna con una sua storia antica; in mezzo il torrente e i suggestivi ponti a unire le diverse frazioni, tra questi il Ponte Grande o dei cavalieri di Malta, con la sua splendida arcata a sesto acuto.

I suoi uliveti le donano un colore acceso e vivace, che ben si abbina ai toni caldi dei vicoli in pietra.

Lasciatevi trasportare dai vostri passi nei caruggi e immergetevi nella natura che la circonda. 

Meritano una visita la splendida frazione di Bellissimi, anche chiamato il paese delle mongolfiere, e i laghetti di Lecchiore, che quasi sembrano essere usciti da una fiaba.

Gli abitanti ti consigliano

Per scoprire appieno la Riviera dei Fiori è necessario, ogni tanto, “rompere gli schemi”. Uscite dai percorsi tradizionali e andate alla scoperta di chicche, curiosità e bellezze nascoste.

 

  • La frazione di Bellissimi è chiamata anche Il paese della mongolfiere in onore dell’antichissima tradizione delle mongolfiere di carta. È un’arte che risale all’Ottocento e che ancora oggi viene tramandata e celebrata nel borgo. Tantissimi murales sparsi per il paese ritraggono le mongolfiere nei modi più originali. Preparate la macchina fotografica: la userete.

 

  • Nella frazione di Lecchiore magnifici laghetti dal colore smeraldo vi lasceranno a bocca aperta e se non siete troppo freddolosi potete anche fare il bagno o rinfrescarvi le gambe.

 

  • Visitate la cappella di Santa Brigida: si trova sulla strada che conduce ai piedi del monte Faudo e sul valico verso Pietrabruna e la valle di San Lorenzo. Di origini medioevali, venne ricostruita nel 1425 ed è ancora oggi circondata da una leggenda. Si dice infatti che sul passo dove sorge la cappella vi ballasse il diavolo, seminando il terrore tra la popolazione. Santa Brigida, durante il suo pellegrinaggio verso Roma nel 1340, sostò in Liguria, passando proprio sul valico. Il diavolo, che si aggirava nella valle, volle indurre in tentazione la Santa presentandosi sotto mentite spoglie, ma lei si accorse prontamente dell’inganno e si fece il segno della croce. Alla vista del gesto, Satana si allontanò precipitosamente e nella fuga cadde a fondovalle, imprimendo la sagoma del suo ginocchio sopra un’enorme roccia. Molti sostengono di aver vista l’impronta del diavolo, anche se oggi probabilmente non rimane traccia di quella pietra. La popolazione di Dolcedo fu così grata alla Santa da erigere una cappella in suo onore.

Gli eventi da non perdere

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